Ovazione ieri sera a Palazzo Reale di Palermo per il Concerto della Rinascita. In un millennio segnato da pandemie e regressione democratica “l’arte scuote la polvere dall’anima” ed esprime l’esigenza di riaccendere la speranza di un umanesimo per una nuova rinascita, temi focali della mostra .RE, attualmente allestita a Palazzo Reale.
La speranza della rinascita è stata rilanciata da un eccezionale evento culturale-musicale voluto dalla Fondazione Federico II in sinergia col Festival delle Letterature Migranti, tenutosi nel Cortile Maqueda di Palazzo Reale, nella Notte Europea della Musica.
Per la prima volta assoluta il violino solista e direttore Massimo Quarta, vincitore del Premio Paganini, ha eseguito a Palermo le Four Season Recomposed di Max Richter. Prima assoluta anche per Marco Betta, pianista e compositore, con un brano che ha composto ad hoc per la Fondazione Federico II. Il brano, intitolato Canti notturni, è stato eseguito dallo stesso Betta con Ornella Cerniglia (pianoforte digitale).
L’esecuzione di Massimo Quarta è stata accompagnata da GliArchiEnsemble, Francesca Cavallo (arpa), Ornella Cerniglia, Giuseppe Rizzo (sound design e synt), Andrea Marco (assistente al sound design).
L’ormai consolidata collaborazione tra Fondazione Federico II e FLM è incentrata sui temi comuni del sentimento di umanità condivisa, dei diritti umani e dell’integrazione tra popoli e si è concretizzata già nel 2021 con il concerto “Oasis” alla Cappella Palatina, omaggio a tre donne compositrici appartenenti ad ambiti storici e culturali diversi.
“Il linguaggio della musica è universale, travalica confini, barriere, apparenti diversità e ha un grande potere unificante – afferma Gianfranco Miccichè, presidente della Fondazione Federico II -. Oggi più che mai rappresenta un valore aggiunto la capacità della musica di trasmettere messaggi. Da Palazzo Reale, luogo simbolo dell’unione tra popoli, parte un grido di speranza e rinascita”
“È un altro impulso creativo verso il processo di rinascita attraverso le arti iniziato con la mostra .Re – dichiara Patrizia Monterosso, direttore generale della Fondazione Federico II. Questa volta la speranza di una rinascita oltre ad essere riaccesa dalle opere dei grandi dell’arte contemporanea è stata affidata alle note di eccelsi esecutori e compositori come Massimo Quarta e Marco Betta”.
“Nella notte europea della musica, questo concerto auspica l’inizio di una nuova, idealmente quinta, stagione di rinascita – dice Dario Oliveri, Presidente del Festival delle Letterature Migranti. In questo solco si pone la scelta di eseguire le quattro stagioni di Vivaldi, ricomposte da Max Richter ed eseguite da un grande come Massimo Quarta. Siamo onorati inoltre che Marco Betta abbia accettato l’invito a comporre ed eseguire un brano”.
“Quel che accade in Ucraina dice di una crisi difficile – afferma Davide Camarrone, direttore artistico del Festival delle Letterature Migranti -. Torna la guerra in Europa, trent’anni dopo i Balcani. Nuove migrazioni ci raccontano di predazioni di risorse, egoismi e razzismi. Lo spirito democratico del secondo Novecento si sta affievolendo. Questo concerto nell’antico palazzo di Federico II indica una rinascita culturale, una visione comune di una nuova Europa. Le letterature e le arti ci mostrano il mondo, la bellezza ci aiuta a comprenderlo”.
“Le stagioni nascono, muoiono e poi rinascono – dice Massimo Quarta, violino solista e direttore -. Allo stesso modo questo concerto si innesta a Palermo in un tentativo di rinascita culturale e sociale con l’esecuzione delle Four Seasons di Max Richter. In fondo lo stesso Richter ha trovato la chiave del successo non rimanendo ancorato al passato ma rielaborando in un contesto moderno le Quattro Stagioni di Vivaldi, spostando accenti e inserendo contrasti. Ho eseguito altre volte a Palermo ma sono molto contento della mia prima volta a Palazzo Reale”.
“Miei brani sono stati eseguiti in passato a Palazzo Reale – afferma Marco Betta, pianista e compositore – ma questa era la prima volta che suonassi qui. È stata una grande emozione, è un posto magico. Ma è stata un’emozione già in questi mesi comporre per l’occasione “Canti Notturni”. Ogni qualvolta compongo un nuovo brano per me è come tornare al mondo”.
MASSIMO QUARTA (Bornemouth, Regno Unito, 1965) ha studiato al Conservatorio “Tito Schipa” di Lecce e al Conservatorio di Santa Cecilia a Roma. Inoltre ha frequentato i corsi di specializzazione tenuti da Salvatore Accardo, Ruggero Ricci, Abram Shtern e Pavel Vernikov. Dopo essersi imposto nei concorsi “Città di Vittorio Veneto” (1986) e “Opera Prima Philips” (1989), è stato, nel 1991, il primo violinista italiano – dopo Salvatore Accardo – a conquistare il Premio del Concorso Internazionale “Niccolò Paganini” di Genova.
Dopo essersi esibito nelle più importanti sala da concerto del mondo (tra cui la Philharmonie di Berlino, la Salle Pleyel e il Théâtre du Châtelet di Parigi, il Metropolitan Art Space di Tokyo), ha scelto di affiancare all’attività di solista anche quella di direttore d’orchestra, collaborando tra l’altro con la Royal Philharmonic Orchestra di Londra, i Berliner Symphoniker, la Netherland Symphony Orchestra (con la quale ha debuttato al Concertgebouw di Amsterdam), la Philharmonia Wien (con la quale ha debuttato al Musikverein di Vienna), l’Orchestra della Svizzera Italiana, l’Orchestra Sinfonica Nazionale di Buenos Aires, l’Orchestra del Teatro Carlo Felice di Genova, l’Orchestra dei Pomeriggi Musicali di Milano, l’Orchestra di Padova e del Veneto, l’Orchestra Sinfonica “Arturo Toscanini” di Torino e l’Orchestra “Haydn” di Bolzano.
Le sue incisioni figurano nei cataloghi delle principali case discografiche europee (Chandos, Delos, Dynamyc, Philips, Warner Classics), hanno ottenuto i riconoscimenti della critica internazionale (Choc di “Le Monde de la Musique”) e includono, oltre alle Quattro Stagioni di Antonio Vivaldi, anche le integrali dei 24 Capricci per violino e dei Concerti per violino e orchestra di Niccolò Paganini. Alcune delle incisioni pubblicate dall’etichetta Dynamic sono state realizzate utilizzando “Il Cannone”, ossia lo strumento appartenuto al compositore genovese.
Massimo Quarta suona un violino G.A. Rocca del 1840, insegna alla Musikhochschule di Lugano ed è accademico di Santa Cecilia.
MARCO BETTA (Enna 1964) è attualmente il Sovrintendente del Teatro Massimo.
Si è diplomato in Composizione al Conservatorio di Palermo sotto la guida di Eliodoro Sollima e ha frequentato i corsi estivi di Armando Gentilucci (a Firenze) e Salvatore Sciarrino (a Città di Castello). Il suo esordio compositivo avviene al Festival “Spaziomusica” di Cagliari nel 1982. Fra le opere più recenti, sempre segnate da una straordinaria immediatezza espressiva, si ricordano la Sonata per violoncello e pianoforte (2010) scritta in memoriam di Eliodoro Sollima ed eseguita dal figlio Giovanni, Strada bianca (2011) e Punti nel cielo (2013) un brano per ensemble dedicato a Paolo Emilio Carapezza e basato su un canto popolare delle Madonie. Nel corso degli anni Marco Betta ha scritto per il cinema (Il manoscritto del Principe, 2000; Viaggio segreto, 2006; Viva la libertà, 2013; Una storia senza nome, 1018) e la televisione (Maria Montessori, 2007; Aldo Moro – Il presidente, 2008; Le cose che restano, 2010), nonché svariati lavori destinati alle scene teatrali: dal giovanile Averroè (1991-99) sino alla trilogia realizzata con Rocco Mortelliti a partire da alcune “inchieste” di Andrea Camilleri (Il fantasma della cabina, 2002; Il mistero del finto cantante, 2003; Che fine ha fatto la piccola Irene?, 3003), e alle due “Opere per musica e film” ideate con Roberto Andò: Sette storie per lasciare il mondo (2006-13) e Il quadro nero ovvero “La Vucciria”, il grande silenzio palermitano (2015). Al medesimo versante creativo appartengono anche la fiaba musicale Magarìa (2000) su testo di Andrea Camilleri, l’opera in un atto Natura viva (2010) su testo di Ruggero Cappuccio, Notte per me luminosa (2016) su testo di Dario Oliveri, Dimenticanza del Ministero delle Colonie (2022) su testo di Bruno Cagli e l’opera in progress 1492 su testo di Davide Camarrone,
Docente di Composizione al Conservatorio “Alessandro Scarlatti” di Palermo e di Teoria e pratica della colonna sonora alla luiss di Roma, Marco Betta è stato Direttore artistico del Teatro Massimo e nel 2014 è stato nominato accademico di Santa Cecilia.