Illustri viaggiatori hanno offerto il proprio sguardo per raccontare la Sicilia al mondo intero.
Superarono mille difficoltà per scoprire paesaggi disegnati dalla natura e rileggere ciò che l’antichità e l’arte avevano consolidato in monumenti d’immenso valore.
Nelle loro parole la Sicilia fu il luogo della definitiva crescita conoscitiva ed emozionale.
Nasceva il “Grand Tour” e Goethe ne era il massimo profeta.
A distanza di quasi due secoli e mezzo da quel tempo, l’Isola rivive un nuovo “Grand Tour” affidato ai pennelli e alle matite di uno dei più grandi acquarellisti del mondo, Fabrice Moireau, e al racconto di viaggio di Lorenzo Matassa.
Quasi quattrocento opere a colori tracciano un nuovo percorso goethiano visibile nella mostra di Palazzo Reale e fruibile nel libro ‘Sicilia, il Grand Tour’, voluto e realizzato dalla Fondazione Tommaso Dragotto.
Nei luoghi ritratti l’artista si è recato personalmente, accompagnato dall’inseparabile zaino che contiene gli attrezzi da lavoro: la tavolozza, i colori, i fogli bianchi, i pennelli, l’immancabile sgabello pieghevole.
Riprese dalla mano sapiente del maestro Moireau diventano acquerelli le testimonianze archeologiche dell’Isola, le vedute di alcune riserve naturali, le isole minori, i numerosi castelli, gli scorci dei siti UNESCO.
Un lungo itinerario nella Sicilia più intima, nei luoghi meno conosciuti, ma non per questo meno affascinanti e meritevoli di un viaggio.