ll presbiterio  si presenta come uno spazio quadrato, separato dalla navata centrale, dai transetti e dall’abside per mezzo di archi su due dei quali si trovano raffiguratel’Annunciazione e la Presentazione di Gesù al Tempio.

Al di sopra del presbiterio si innalza la cupola, sorretta da un tamburo decorato con le immagini di evangelisti e profeti.

Al centro della cupola si trova invece il Cristo Pantocratore circondato da angeli e arcangeli. Un altro Cristo Pantocratore è raffigurato nel catino absidale, al di sopra di un mosaico del XVII secolo con la Madonna tra la Maddalena e San Giovanni Battista.

L’Annunciazione occupa l’arco che si apre verso l’abside. La conformazione dello spazio ha portato l’autore a disporre l’angelo a sinistra e Maria a destra, separati al centro dell’arco di cielo dal quale fuoriesce la mano di Dio che proietta verso la donna il raggio di luce che, insieme alla colomba, rappresenta nella Cappella l’intervento divino.

Sia Maria sia l’angelo sono stati restaurati nel XVIII secolo ed entrambi si estendono sulla parete a loro adiacente.

La dimora di Maria è raffigurata alle sue spalle, sulla parete sud, come un edificio sontuoso e articolato. I due personaggi sono uniti dall’iscrizione latina che dal ginocchio dell’angelo arriva al ginocchio di Maria e recita “La Luce, la Vita e la Viariempirono te, Vergine Maria, che beata credi nelle parole [dell’angelo] e non rendi il tuo cuore superbo”.

L’abside centrale ospita mosaici tra i più restaurati nella Cappella Palatina. Sulla parete di fondo si apriva, come nelle absidi laterali, una finestra, poi chiusa e oggi sostituita da un mosaico del XVII secolo che raffigura la Madonna, affiancata verso nord da Maria Maddalena e San Pietro e verso sud da San Giovanni Battista e San Giacomo Maggiore. Tutte queste figure, probabilmente originali del XVII secolo, presentano comunque segni evidenti di restauro.

L’iscrizione sottostante, invece, nomina gli arcangeli Michele e Gabriele, raffigurati nell’arco interno dell’abside ai due lati dell’Etimasia. Gli altri due personaggi che si trovano sotto agli arcangeli sono San Gregorio Magno e San Silvestro, entrambi papi.

Il grande Cristo Pantocratore nel catino absidale, al di sotto del quale si trovava una finestra doveva apparire come una fonte luminosa, coerentemente con un programma decorativo che pone l’accento sull’importanza della luce, ribadita più volte nelle iscrizioni, non ultima quella in greco e latino riportata sul libro che regge nella mano sinistra (“Io sono la luce del mondo…”). Al di sopra del Cristo si trova un medaglione con i simboli della Passione, l’Etimasia: la croce, la corona di spine, la lancia e la spugna imbevuta di aceto, mentre su un cuscino ai piedi della Croce si trova la colomba dello Spirito Santo. Si tratta dell’unico accenno presente nella Cappella alla morte di Cristo, ricordata da una delle due iscrizioni latine sulla cornice dell’arco esterno che precede l’abside: “La lancia, la spugna, la croce, i clavi e la corona ispirano timore e pianto intenso. Peccatore piangi quando vedrai queste cose e adora”. Tuttavia, posti su un trono regale, gli strumenti della Passione diventano anche strumenti di rappresentazione regale, chiarendo così il loro collegamento con il Pantocratore.

I mosaici della cupola sono considerati i migliori della Cappella dal punto di vista tecnico e artistico.

La struttura della cupola vera e propria poggia su un tamburo cilindrico nel quale si aprono quattro nicchie, ciascuna contenente un evangelista, alternate a quattro personaggi biblici (Davide, San Giovanni Battista, Salomone e il profeta Zaccaria) rappresentati a figura intera. Al di sopra di questi, intervallati, si trovano i busti di otto profeti, ciascuno con un rotolo in greco che riporta un brano delle loro profezie: Ezechiele, Geremia, Giona, Daniele, Mosè, Elia, Eliseo e Isaia.

La cupola vera e propria è decorata da quattro arcangeli disposti in un cerchio(Michele, Gabriele, Uriele e Raffaele) e da quattro angeli non meglio identificati, che fanno da corona a un Cristo Pantocratore iscritto in un medaglione.

Cristo è il fulcro e il perno della grande ruota di profeti, evangelisti e angeli della cupola. L’iscrizione in greco che lo circonda (Così parla il Signore: il cielo è il mio trono e la terra lo sgabello per i miei piedi”) lo identifica esplicitamente come Pantocratore. Si tratta di un uso inconsueto di questo termine per indicare un busto di Cristo: solitamente accompagna il Messia a figura intera su un trono, come nella parete di fondo della Cappella. Ma in questo caso basta, simbolicamente, la sua presenza al centro di una cupola che riflette la struttura del regno celeste, culmine dell’intero progetto decorativo del presbiterio. Come vuole la tradizione bizantina, la metà destra del voto (per l’osservatore) è leggermente più grande di quella sinistra, ma la mancanza di una scriminatura centrale nei capelli identifica questa figura come tipica del periodo normanno.

Testi tratti dalla pubblicazione “La Cappella Palatina a Palermo” edita da Franco Cosimo Panini