“Oggi è un giorno particolare: è la prima volta, dopo 37 anni, che una commemorazione così importante di Pio La Torre e Rosario Di Salvo si svolge nella sede dell’Ars. Prima questo era un posto da evitare perché era il luogo della politica siciliana, quindi dei buoni ma anche dei cattivi. Questo era il luogo della negatività, qui si annidava la mafia. Non so se era così ai tempi, in parte lo era. Oggi, però, il fatto che questa manifestazione si svolga qui vuol dire che le istituzioni non sono più nemiche da combattere. Siete qui perché l’Istituzione non è più complice. C’è la coscienza che c’è del malaffare nelle istituzioni ma è solo una parte marginale. Altrimenti non sareste venuti. Questo significa – ha concluso – che la politica inizia a lanciare un segnale di cambiamento”.
Così il Presidente dell’Ars Gianfranco Miccichè, intervenuto a Palazzo Reale alla manifestazione in ricordo del 37° anniversario dell’uccisione di Pio La Torre e Rosario Di Salvo, promossa dal Centro Studi Pio La Torre presso il Cortile Maqueda di Palazzo Reale a Palermo e organizzata con la collaborazione di Ars e Fondazione Federico II.
E’ giunto il messaggio del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella: “Nella ricorrenza del 37° anniversario del feroce assassinio di Pio La Torre e Rosario Di Salvo – si legge nella nota – desidero ricordarne l’esemplare impegno civile a favore della libertà e della democrazia”.
“L’evento di oggi – scrive ancora Mattarella – costituisce una ulteriore, preziosa, opportunità, per mantenere viva la loro testimonianza, e quella di tutte le vittime della mafia, incoraggiando il radicamento della cultura della legalità soprattutto nelle nuove generazioni. In tale prospettiva assume una peculiare valenza il Progetto educativo antimafia, promosso dal Centro La Torre, che concorrendo concretamente a sensibilizzare gli studenti italiani sulla percezione del fenomeno mafioso, offre un significativo contributo nel percorso di contrasto alla violenza e alla sopraffazione”.
Erano presenti tra gli altri Leoluca Orlando, sindaco di Palermo; Claudio Fava, presidente della Commissione antimafia dell’Ars, Emiliano De Maio del Miur, Patrizia Monterosso, direttore generale della Fondazione Federico II e ovviamente il presidente del Centro Studi Pio La Torre, Vito Lo Monaco.
Alcuni momenti della giornata.
La commemorazione è avvenuta durante una giornata di sole che ha accolto centinaia di giovani, tra questi anche degli alunni di istituti non siciliani. Tra questi gli studenti dell’IISS “Giuseppe Greggiati” di Ostiglia (Mantova).
“La mafia – dicono gli studenti – oggi è sicuramente meno visibile rispetto agli anni caldi del recente passato, oggi si è inserita in contesti economici e politici con estrema destrezza, tanto da essere poco percepita. La Lombardia, la nostra regione, per esempio, è la quinta regione italiana per infiltrazioni mafiose, presenti soprattutto nel business del cemento e dello smaltimento dei rifiuti. La criminalità organizzata è ormai una metastasi diffusa su tutto il territorio nazionale. L’elemento chiave per combattere questo sistema è la conoscenza e quest’ultima inizia dai banchi di scuola ed ecco perché i giovani rappresentano il futuro di questa lotta”.
Questa, invece, la testimonianza dei ragazzi dell’Iti “Michael Faraday” di Ostia (Roma).
“La mafia, penetrata nel tessuto sociale e stratificatasi per anni in un contesto periferico in cui ha trovato terreno fertile, è diventata via via mal costume e come tale non ha avuto bisogno di manifestazioni eclatanti. Le prime vittime di questo sistema malato sono i giovani, cui sono stati rubati i sogni, che respirano aria inquinata, che non riescono più a credere alla giustizia, alla correttezza, alla lealtà, all’onestà; chiusi in se stessi e cresciuti in un contesto malsano riproducono nella quotidianità scolastica e sociale questi modelli di comportamento, ritenendo giusti atteggiamenti astrattamente riprovevoli, ma che invece fanno parte della loro consuetudine di vita”.
L’evento si è concluso con lo spettacolo dei Pupi Antimafia di Angelo Sicilia.