Il Presidente della Fondazione Federico II, Gianfranco Miccichè e il Direttore Generale, Patrizia Monterosso presentano a Piazza del Parlamento martedì 1 ottobre alle ore 19 l’evento e l’omonima opera Acqua passata¿. Un’installazione ideata e realizzata dall’artista Cesare Inzerillo e dalla Fondazione Federico II con la collaborazione del Comune di Lampedusa e Linosa, dell’Assessorato alle Culture del Comune di Palermo, del Centro Regionale per la Progettazione e per il Restauro e di Snapshots from the borders e del compositore – sound designer Gabriele Giambertone.
In ricordo della tragedia del 3 ottobre 2013 e dei 366 uomini, donne e bambini di nazionalità eritrea che persero la vita a 800 metri dall’isola dei Conigli di Lampedusa. In ricordo dei diciottomila migranti che dal 2013 sono rimasti cadaveri nel Mediterraneo.
Acqua passata¿ non rappresenta la realtà ma la “presenta” e ne individua la “follia”.
L’opera si sviluppa su un modulo rettangolare di 26 metri di lunghezza per 6 metri di larghezza ed è allestita su Piazza del Parlamento (luogo di transito di centinaia di cittadini e di visitatori) dove resterà visibile fino al 30 ottobre. L’installazione si compone di una barca approdata a Lampedusa nel 2009 con duecento migranti e del gigantesco Calcio Balilla, dell’artista Cesare Inzerillo, proveniente dalla mostra itinerante, Museo della Follia.
Il gioco, divenuto perverso, di enormi figure contraddistinte da un’unica espressione di indifferenza, di fredda omologazione e di inquietante statica compostezza descrive lo schematismo esasperato di chi, indifferente, si allontana da una umanità a rischio di estinzione.
Un rituale folle, ripetizione schematica di espressioni, posture identiche in un’atmosfera solenne entrano in tensione dialettica con la “nuova tragedia del mare”. Fanno da contro altare le sagome di uomini, donne e bambini che si trovano sul barcone e che popolano lo spazio dell’allestimento.
Un oggetto perturbante, testimonianza concreta di quanto ci racconta la cronaca. L’oggetto, come un ready-made, diventa parte di un’opera più ampia, installata in una delle piazze più frequentate del centro storico di Palermo, nel suo cuore nevralgico, che suscita – in coloro che la osservano – domande di tipo etico ed estetico.
Intorno a questo frammento di realtà, Inzerillo ha inserito i ritratti fotografici di migranti, impressi su sagome a grandezza naturale, conosciuti in un Centro di Accoglienza di Palermo, provenienti da diversi paesi africani, ognuno con la sua storia da raccontare.
Essi sono la narrazione vivente di chi è riuscito ad arrivare in Europa, con le proprie speranze e i propri sogni, e i loro sguardi sono colti in momenti di riconquistato senso di normalità.
In Acqua passata¿ l’arte e la cultura diventano strumenti necessari nella ricerca di nuovi percorsi di integrazione e solidarietà. In nome di un’umanità sempre più spesso dimenticata.
I visitatori potranno leggere su un totem presente nello spazio dell’allestimento una descrizione puntuale e dettagliata dell’opera a firma della giornalista e storica dell’arte Valentina Bruschi.